In estate la campagna è tutta un fermento. Qui nella "bassa" la campagna vuol dire tutto: cibo per famiglie di braccianti che ci lavorano e ricchezza per i fortunati che possiedono le terre. Così lasciando un affollato scalo merci a Cremona...
...appena superate le ortaglie fuori la cinta delle mura a nord ella città (a sud il fiume Po scorre ancora troppo vicino) ci si imbatte sovente in belle scene di vita agreste, senza ombra di dubbio emotivamente più calde rispetto a quelle fredde e tecnologiche dei tempi moderni. Così anche l'aratura...
...l'essicazione della paglia...
...e la giratura del fieno...
...pur restando momenti di grande fatica, lasciano un sapore intenso di emozioni.
Torno sulla questione Porta Milano o Porta San Luca. Ricordavo di aver letto in giro da qualche parte che, almeno molto anticamente fosse più di uso frequente indicare la porta col nome della chiesa adiacente (quindi Porta San Luca) piuttosto che con la direttrice della strada che da li si originava. A sostegno di ciò, oggi mi sono imbattuto in questo editto del Comune di Cremona del 26 Giugno 1859, due giorni dopo le battaglie di Solferino e San Martino, allorquando la città fu chiamata a raccogliere un gran numero di feriti dai campi di battaglia. Un interessante documento storico e la fine dell'appartenenza al Regno Lombardo Veneto per la mia città. Saluti Davide